Se il vostro medico curante ha richiesto l’esame per gli anticorpi anti muscolo liscio (SMA, ASMA, anti-actina e anti F-actina) è possibile che sospetti vi sia una malattia autoimmune in corso o delle patologie a carico del fegato. Ecco tutto ciò che dovresti sapere prima di eseguire questo esame del sangue.

Contro il sistema immunitario
Tutti noi conosciamo l’importanza del sistema immunitario. Tuttavia, a volte, qualcosa non funziona come dovrebbe e le cellule immunitarie attaccano quelle del nostro organismo ritendendole una minaccia esterna. Gli anticorpi anti muscolo liscio hanno la peculiarità di attaccare una proteina denominata actina. Questa si trova per lo più nel fegato, ma è presente anche in altri tessuti.

  • Approfondimento: cos’è l’actina
    L’actina è un tipo di proteine che, insieme alla miosina, ha il compito di promuovere la contrazione muscolare. Essa, si trova infatti anche nei filamenti delle cellule muscolari.

Anticorpi anti muscolo liscio e salute del fegato
Valori alterati degli anticorpi antimuscolo liscio indicano in una buona percentuale dei casi, un’epatite autoimmune in atto. Ma non necessariamente: essendo direttamente collegati con la salute del fegato si potrebbe assistere anche a una cirrosi biliare primitiva. Possono essere anche alterati i valori anti-actina o antinucleo (ANA) o F-Actina. La maggior parte delle persone colpite dall’epatite autoimmune sono di sesso femminile.

I risultati sono sicuri al 100%?
Come tutti gli esami del sangue possono esserci degli errori. Per questo genere di diagnosi è più probabile avere un falso positivo che non il contrario.

Anticorpi SMA o antimuscolo liscio alti
Valori alti di anticorpi antimuscolo liscio sono quasi sempre indice di un’epatite autoimmune. Più raramente si tratta di cirrosi biliare primitiva (valori leggermente elevati), epatite C, mononucleosi e tumore.

  • Valori alti di SMA (anticorpi anti muscolo liscio)
  • Cirrosi biliare primitiva
  • Epatite
  • Mononucleosi (variazione temporanea)
  • Tumore
  • Malattie virali in atto (variazione temporanea)

I vari tipi di epatite
Ci sono due tipi di epatite autoimmune denominate di tipo 1 e tipo 2. E’ possibile identificare il primo caso quando gli anticorpi SMA e ANA sono molti elevati. Nel secondo sono per lo più elevati gli anticorpi LKM-1 (anticorpi microsomiali fegato-rene). Nel caso di epatite autoimmune di tipo 1 è molto probabile che il medico, a titolo di conferma, richieda una biopsia del tessuto epatico.

Perché viene richiesto questo esame del sangue?
L’epatite autoimmune, in una buona percentuale di soggetti, si presenta in maniera del tutto silenziosa. Tuttavia, alcuni medici potrebbero richiedere approfondimenti diagnostici nel caso in cui – durante un esame di routine – si presentassero valori epatici alterati come i classici AST e ALT o bilirubina. Quando si ASMA sono bassi, ma è presente astenia o ittero possono essere richiesti gli anticorpi ANA o LKM-1. Va da sé che piccole alterazioni di tali valori potrebbero non aver comunque nessun significato diagnostico. È quindi importante parlarne sempre con il proprio medico curante.

E se fosse celiachia?
Sempre più ricerche mettono in evidenza la relazione che esiste tra malattie autoimmuni epatiche e celiachia. Secondo uno studio condotto al Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, due principali forme di danno epatico, criptogenetico e autoimmune, sono strettamente correlati con l’enteropatia da glutine. Si manifesta molto frequentemente un rialzo della transaminasi dovuto a fattori sconosciuti. Tale problematica sembra risolversi facilmente eliminando il glutine dalla propria dieta. Quando la celiachia viene diagnosticata in ritardo, infatti, si può rilevare un grave danno epatico. La malattia celiaca viene rilevata in pazienti affetti da cirrosi biliare primitiva, da epatite autoimmune o da colangite sclerosante. Quindi è essenziale, in caso di tali patologie, verificare anche gli anticorpi per la celiachia (antitranglutamminasi e antiendomisio) per verificare se i valori riscontrati hanno una possibile relazione con la malattia celiaca.

Valori di riferimento
I valori di riferimento potrebbero differire leggermente a seconda del laboratorio a cui ci si affida. Essi possono essere espressi in percentuali o in quantità reali, in questo modo:

  • Valore normale: Negativo
  • Positivo: 01:40
  • Fortemente positivo: ≥1: 80
  • Valori elevati titolati: tra 80 e 320

Anticorpi presenti anche in individui sani
Uno studio recente ha valutato la presenza degli anticorpi anche in individui sani. Nelle persone asintomatiche a cui è stato eseguito un prelievo sono stati rilevati anticorpi ANA tra il 4% e il 26% dei soggetti. Il 15% di loro aveva una diluzione 1:40, considerata positiva. Valori simili si sono verificati anche nelle donne in gravidanza, nelle persone affette da tumori maligni o malattie infettive. Fino al 75% delle persone che avevano gli anticorpi ANA positivi non avevano nessuna malattia identificabile durante il periodo di follow-up. Gli anticorpi antimuscolo liscio (ASMA) si trovano nel 43% degli individui sani, mentre gli AMA in meno dell’1% 4.

Preparazione all’esame
Come per la maggior parte degli esami del sangue, il prelievo in vena va eseguito di mattina a digiuno.

Referto
I tempi medi di consegna del referto variano da laboratorio a laboratorio: indicativamente è stimabile in sette giorni lavorativi

Medscape

Czaja AJ, Homburger HA: Autoantibodies in liver disease.Gastroenterology 2001; 120: 239-249

3 The American Journal of Gastroenterology 97, 413-419 (February 2002) | doi:10.1111/j.1572-0241.2002.05479.  Antibodies to soluble liver antigen/liver pancreas and HLA risk factors for type 1 autoimmune hepatitisAnti-SLA/LP in Autoimmune Hepatitis

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5 Liver Int. Author manuscript; available in PMC 2009 Apr 1. Published in final edited form as: Liver Int. 2008 Apr; 28(4): 467–476. doi:  10.1111/j.1478-3231.2008.01681.x PMCID: PMC2556252 NIHMSID: NIHMS56508 Celiac disease autoantibodies in severe autoimmune liver disease and the effect of liver transplantation Alberto Rubio-Tapia,1 Ahmad S. Abdulkarim,2 Russell H. Wiesner,3 S. Breanndan Moore,4 Patricia K. Krause,5 and Joseph A. Murray1

 

FONTE